Caso Almasri: La CPI Interroga il Governo Meloni, Ecco Cosa Aspettarsi Ora

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Il recente intervento della Camera preliminare della Corte penale internazionale mette in luce situazioni critiche legate al caso del generale libico Najeem Osama Almasri, accusato di tortura e crimini contro l’umanità. Le autorità italiane sono state ufficialmente invitate a chiarire le motivazioni che hanno portato alla liberazione dell’individuo e alla restituzione del materiale sequestrato al momento dell’arresto, con un termine di trenta giorni per rispondere.

richiesta di chiarimenti alla italia

La Corte penale internazionale, attraverso una comunicazione formale, ha avviato una fase di accertamento. Questo procedimento è reso necessario dalla mancata consegna di Almasri e ha lo scopo di comprendere le ragioni dietro l’inadempienza italiana. La comunicazione del tribunale europeo descrive dettagliatamente la vicenda, che inizia con il mandato dell’ONU del 2011 per indagare sulla Libia, la richiesta di arresto di Almasri nell’ottobre 2024, fino al suo successivo rimpatrio su un volo di Stato italiano.

il sequestro di prove e la restituzione

Secondo le indicazioni della Corte, diversi Stati furono incaricati di sequestrare qualsiasi prova oppure dispositivo che Almasri poteva avere con sé, al fine di trasmetterle all’autorità giudiziaria. Le prove risultano attualmente perse: al momento della liberazione, il materiale sequestrato era stato restituito alla persona coinvolta dalla Digos di Torino.

le dichiarazioni del ministro nordio

La Cpi ha fatto riferimento a due note ufficiali del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Nella prima nota del 27 gennaio 2025, Nordio indicava la questione del rimpatrio di Almasri come relativa all’allora ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Nel secondo comunicato, datato 10 febbraio 2025, si affermava che l’ambasciata italiana aveva inviato una lettera dal Ministero della Giustizia. L’operato di Nordio è stato considerato insufficiente, in quanto ha indicato solo in seguito di aver riscontrato vizi nel mandato d’arresto della Cpi, errori che potevano essere segnalati e chiariti alla Corte.

valutazioni future della cpi

La Corte ha esaminato l’operato del governo italiano, ritenendo necessario stabilire se ci sia stata una violazione dell’obbligo di cooperazione. È probabile che la questione venga deferita all’Assemblea degli Stati Parte o al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Prima di procedere con ulteriori considerazioni, l’Italia è tenuta a presentare le sue osservazioni entro il 17 marzo. Le risposte dovranno essere fornite in una delle lingue ufficiali della Corte, francese o inglese.