Caso Paragon: il governo ignora il quesito in aula, cosa stanie succedendo?

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Il governo guidato da Giorgia Meloni ha scelto di non rispondere alle interrogazioni presentate in Aula riguardanti il controverso caso Paragon, citando il segreto di Stato e le normative della Camera. Questa decisione ha suscitato forti critiche da parte dell’opposizione, che accusa l’esecutivo di compromettere la trasparenza e il ruolo fondamentale del Parlamento. Nel contesto, Luca Casarini, capo missione di Mediterranea, renderà noto un report sul software implicato nella vicenda.

Il rifiuto del governo di rispondere

Il governo Meloni ha deciso di non fornire chiarimenti riguardo all’uso dello spyware Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions e utilizzato per intercettare Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, insieme ad alcuni attivisti italiani. L’esecutivo si è avvalso dell’articolo 131 del regolamento della Camera per giustificare la sua posizione, affermando che tutte le informazioni disponibili sono già state comunicate e che ulteriori dettagli restano coperti da segreto di Stato. Le opposizioni hanno immediatamente denunciato questa scelta come un grave attacco alla trasparenza parlamentare.

Interrogativi sulla Polizia penitenziaria

Una questione cruciale riguarda chi abbia effettivamente utilizzato il software Paragon in Italia. Mentre quasi tutte le forze di polizia hanno negato il proprio coinvolgimento, la Polizia penitenziaria rimane l’unica a non aver smentito tali accuse. Il governo intende fornire chiarimenti solo al Copasir, sollevando interrogativi circa l’opportunità del segreto di Stato applicato a una forza giudiziaria.

Cosa prevede l’articolo 131 del regolamento della Camera

L’articolo 131 stabilisce che il governo può rifiutarsi di rispondere a un’interrogazione fornendo una motivazione specifica. Se decide di rinviare la risposta, deve indicare una data entro un mese. In questo caso specifico non è stata proposta alcuna nuova data per un futuro aggiornamento.

Dichiarazioni delle opposizioni

Nelle ultime ore, una fonte del ministero della Giustizia ha dichiarato che la Polizia penitenziaria non utilizza il trojan Paragon. I membri dell’opposizione continuano a contestare questa versione dei fatti. Maria Elena Boschi (Italia Viva) ha accusato l’esecutivo di voler decidere arbitrariamente quando rispondere in Parlamento; Davide Faraone ha messo in dubbio se sia stato proprio il governo a utilizzare Paragon.

  • Maria Elena Boschi
  • Davide Faraone
  • Matteo Renzi
  • Alfredo Mantovano
  • Pd, Iv , +Europa

Azione legale da parte dei giornalisti

Mentre si intensifica la polemica politica, la Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) e l’Ordine nazionale dei giornalisti annunciano un’azione legale contro ignoti presso la Procura di Roma per fare chiarezza sui presunti atti di spionaggio ai danni dei giornalisti tramite lo spyware Graphite.