Crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale: oltre duemila migranti riportati in Libia a gennaio secondo l’OIM

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Il Mediterraneo centrale sta vivendo una crisi umanitaria drammatica, con il recentissimo rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) che fornisce dati allarmanti. Da inizio anno, almeno 36 persone hanno perso la vita mentre tentavano di raggiungere l’Europa, e una persona risulta disperse. In questo stesso periodo, sono circa 2.400 gli individui intercettati e riportati in Libia, evidenziando un’emergenza che richiede urgente attenzione e intervento.

Statistiche inquietanti sulle morti in mare

Secondo l’OIM, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 1° febbraio 2025, il numero di morti nel Mediterraneo è tragicamente elevato. Le rotte migratorie, già tra le più pericolose al mondo, sono percorse da individui in cerca di salvezza da guerre e persecuzioni.

Intercettazioni e respingimenti in Libia

Il rapporto dell’OIM menziona che nel solo gennaio di quest’anno, sono stati intercettati ben 2.398 migranti, di cui 1.984 uomini, 301 donne e 113 bambini. Per molti di loro, il rimpatrio in Libia significa affrontare il dramma di detenzioni abusive, torture e sfruttamento, all’interno di centri di detenzione segnalati come luoghi di violenza sistematica.

L’operato dell’Unione Europea

Le politiche della Unione Europea e dell’Italia hanno alimentato questo scenario, con finanziamenti alle autorità libiche che destano preoccupazioni riguardo alla corretta protezione dei diritti umani, frequentemente violati.

Il Memorandum d’Intesa tra Italia e Libia

Il Memorandum d’Intesa, siglato nel 2017, mira a rafforzare la cooperazione con la Libia per fermare i flussi migratori. Sostenuto da finanziamenti significativi, ha portato all’intercettazione sistematica di migranti, che vengono trasportati in centri di detenzione, considerati veri e propri lager.

Diritti umani e crimini nella detenzione libica

Nonostante le ripetute segnalazioni di violazioni gravi dei diritti umani, il Memorandum è stato rinnovato reiteratamente. Gli abusi documentati nei centri di detenzione libici includono torture e omicidi, che hanno spinto il Tribunale Penale Internazionale a intervenire su tali violazioni.

Percorsi legali inadeguati e necessità di interventi urgenti

La comunità internazionale continua a rispondere in modo insufficiente alla crisi, con pochi fondi disponibili per le misure di protezione dei migranti e pressoché assenti i corridoi umanitari. Le Nazioni Unite e le organizzazioni non governative richiedono interventi urgenti volti ad affrontare le cause delle migrazioni forzate e a creare percorsi legali per i migranti.