Disturbi alimentari negli adulti: storie di invisibilità e ossessione per il peso

La crescente incidenza dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) in Italia ha portato all’attenzione la necessità di comprendere e affrontare questa problematica, che non colpisce solo i giovani. Con oltre 3,6 milioni di italiani affetti da tali disturbi, è fondamentale analizzare le storie di chi vive quotidianamente questa realtà.
giornata nazionale del fiocchetto lilla
Il 15 marzo segna la giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, un’iniziativa dedicata alla sensibilizzazione sui DCA. Sebbene spesso associati all’età giovanile, questi disturbi interessano anche una significativa porzione di adulti e anziani, che si sentono frequentemente “invisibili”. Tre testimonianze evidenziano l’impatto devastante di queste malattie nella vita degli adulti.
Le storie di tre pazienti
Cristina Zaini, a 52 anni, ha ricominciato a lottare contro l’anoressia: “Durante il lockdown ho iniziato a fare ginnastica con mia figlia e ho perso peso rapidamente”.
Anche Luca D’Aquino, 29 anni, racconta come il suo rapporto con il cibo sia stato compromesso sin dall’infanzia: “Ho convissuto con anoressia prima e bulimia poi”.
Infine, Anna, 40 anni (nome fittizio), ha sviluppato un DCA dopo la gravidanza: “Mi sono ammalata a 32 anni e ora non posso più permettermi le terapie”.
dca negli adulti: una questione sottovalutata
La pandemia da Covid-19 ha aggravato la situazione, con un aumento delle diagnosi di oltre il 30%. I disturbi alimentari comprendono diverse forme come anoressia, bulimia e binge eating. In Italia, ben 3,6 milioni di persone ne soffrono senza trovare adeguate risposte terapeutiche.
sottogruppi vulnerabili tra gli adulti
Soprattutto gli adulti e gli anziani rappresentano categorie ad alto rischio. Molti pazienti vivono con i DCA per decenni senza ricevere aiuto adeguato. Secondo il medico psichiatra Armando Cotugno, “questi individui hanno imparato a vivere nonostante il loro disturbo”.
I racconti personali dei malati
Anche Anna descrive l’anoressia come un tentativo illusorio di controllo su aspetti della vita: “Ero obesa a 19 anni e ho iniziato una dieta drastica che mi ha portato alla bulimia.“.
Luca conferma: “Dopo mesi di restrizione estrema mi sono ritrovato a rubare cibo e vomitare in pubblico.“.
Cristina lamenta la mancanza di strutture adeguate per adulti: “Nelle emergenze ospedaliere non ci sono terapie specifiche per noi.”
difficoltà nell’accesso alle cure
A causa della scarsità delle risorse disponibili nel sistema sanitario nazionale, molti adulti non riescono ad accedere ai trattamenti necessari. Aurora Caporossi dell’associazione Animenta sottolinea che le poche disponibilità sono ulteriormente limitate dalla mancanza di finanziamenti.
Inoltre, Cristina osserva: “Avere porte chiuse rende impossibile guarire.”
- Cristina Zaini – 52 anni
- Luca D’Aquino – 29 anni
- Anna (nome fittizio) – 40 anni
I numeri dei disturbi alimentari in Italia
I dati indicano che circa il 35% dei casi riguarda persone sopra i 25 anni. La startup Comestai evidenzia come oltre il 56%% delle richieste d’aiuto provenga da individui over 35.
La dottoressa Lucia Elisabetta Abate ribadisce l’importanza dell’accoglienza nelle richieste d’aiuto indipendentemente dall’età o dal momento in cui queste arrivano.