Equalize: i difensori smentiscono dossieraggi su la russa, renzi, santanché e salvini

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Oggi si è svolta l’udienza per il riesame delle misure cautelari riguardanti Enrico Pazzali, coinvolto in un’inchiesta sui dossieraggi effettuati su personaggi pubblici tramite l’agenzia investigativa Equalize. La difesa ha categoricamente negato qualsiasi responsabilità e ha affermato che Pazzali non era a conoscenza degli accessi non autorizzati ai database delle forze dell’ordine, eseguiti dall’ex poliziotto Gallo e dall’hacker Calamucci.

Le accuse contro Enrico Pazzali

La difesa di Enrico Pazzali, ex presidente della Fondazione Fiera Milano e proprietario di Equalize, ha respinto le accuse formulate dalla Procura di Milano riguardo agli accessi abusivi alle banche dati. Secondo gli inquirenti, Pazzali sarebbe stato il capo di tali operazioni illegali, motivo per cui i pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro avevano richiesto la sua detenzione domiciliare, richiesta però respinta dal gip lo scorso ottobre. I magistrati hanno quindi presentato ricorso al tribunale del Riesame, dove si è tenuta oggi l’udienza. La decisione finale sarà comunicata nelle prossime settimane.

I timori dei pm e la posizione della difesa

I pubblici ministeri sono preoccupati che Pazzali possa ottenere informazioni riservate relative all’indagine mentre rimane a piede libero. Durante l’udienza, gli avvocati difensori Federico Cecconi e Natascia Foroni hanno sottolineato l’estraneità del loro assistito rispetto ai fatti contestati e hanno dichiarato che Pazzali intende collaborare con le autorità interrogandosi con i pm. Inoltre, hanno comunicato che attualmente è autosospeso dalla Fondazione Fiera Milano.

  • Federico Cecconi
  • Natascia Foroni

Dossieraggi su politici e vip: le dichiarazioni della difesa

I legali hanno escluso che Pazzali abbia mai commissionato dossieraggi su Ignazio La Russa, Matteo Renzi o la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Hanno chiarito che eventuali verifiche su nomi noti erano finalizzate a testare l’efficacia della piattaforma Beyond, considerata da Pazzali un semplice strumento per raccogliere dati pubblicamente disponibili.

Critiche alle testimonianze degli indagati

I legali di Pazzali hanno messo in dubbio le affermazioni dell’ex poliziotto Carmine Gallo, ritenendole prive di fondamento e inattendibili. Secondo Cecconi e Foroni, Gallo e Nunzio Samuele Calamucci avrebbero mantenuto all’oscuro Pazzali riguardo agli accessi non autorizzati al sistema informatico delle forze dell’ordine (Sdi). Pertanto, secondo i difensori, Pazzali sarebbe una vittima delle attività fraudolente condotte dai suoi collaboratori.

  • Carmine Gallo
  • Nunzio Samuele Calamucci