Finti guaritori inducono genitori a interrompere le cure per un bambino malato di tumore

Contenuti dell'articolo

La recente richiesta della Procura di Brescia per il giudizio immediato nei confronti di tre presunti “guaritori” ha sollevato un caso controverso. Questi individui sono accusati di aver persuaso i genitori di un bambino di soli due anni, affetto da tumore, a interrompere le cure convenzionali in favore di una terapia alternativa non riconosciuta. La situazione ha portato all’apertura di un procedimento legale che si preannuncia complesso.

Le accuse contro i “guaritori”

La Procura ha formulato accuse gravi, tra cui tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione medica, truffa e lesioni personali. Secondo le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Breno, questi soggetti avrebbero convinto i genitori a sospendere le terapie tradizionali per seguire una loro presunta “cura” tramite un apparecchio non registrato nella Banca dati nazionale del ministero della Salute. Quando i genitori hanno espresso dubbi sui risultati ottenuti e hanno richiesto la restituzione delle somme versate, sarebbero stati minacciati.

Dettagli sulla terapia proposta

L’inchiesta è iniziata nella primavera del 2023, dopo la denuncia del padre del bambino. Questo aveva riferito che una donna di 41 anni lo aveva incoraggiato a interrompere le cure ufficiali per intraprendere una “fantomatica terapia” effettuata a distanza con un macchinario situato negli Stati Uniti. I tre coinvolti – una donna bolognese di 41 anni, un uomo ferrarese di 47 anni e una donna teramana di 39 anni – avrebbero garantito ai genitori che il tumore sarebbe rimasto stabile grazie al trattamento.

I presunti miglioramenti e l’evoluzione del caso

I “guaritori” avrebbero assicurato ai genitori che il tumore non avrebbe mostrato segni di crescita e che la terapia avrebbe già risolto problemi simili a quelli affrontati dal bambino. Dopo tre sedute tra l’estate del 2023 e quella del 2024, i miglioramenti promessi si sarebbero rivelati effimeri.

Tentata estorsione e arresto dei sospetti

Dopo aver raccontato la propria storia nel programma Striscia La Notizia, i genitori sono stati contattati dai tre soggetti accusatori con minacce relative a possibili denunce se non avessero restituito diecimila euro e ritirato quanto dichiarato in trasmissione. Attualmente, gli accusati si trovano agli arresti domiciliari da settembre scorso e dovranno affrontare il processo imminente.

  • Donna bolognese (41 anni)
  • Uomo ferrarese (47 anni)
  • Donna teramana (39 anni)