Governo Meloni costringe giornalisti Rai a rivelare fonti ai servizi segreti

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Il ddl Sicurezza, attualmente in discussione al Senato, solleva preoccupazioni significative riguardo alla privacy e alla libertà di stampa. Le nuove disposizioni potrebbero comportare obblighi per le società pubbliche, come la Rai, di collaborare con i servizi segreti, minando così il principio della riservatezza delle fonti giornalistiche.

ddl sicurezza e implicazioni per le società pubbliche

Il disegno di legge in questione è stato oggetto di numerose critiche sia da parte delle opposizioni politiche che da organismi internazionali. In particolare, l’articolo 31 del ddl estende i poteri dei servizi segreti, imponendo alle istituzioni pubbliche di fornire informazioni anche sulle fonti dei giornalisti. Questa modifica potrebbe ostacolare l’attività investigativa e compromettere la libertà di espressione.

Modifiche alla normativa vigente

L’articolo 31 apporta cambiamenti a una legge del 2007 che regolamentava i servizi segreti e il segreto di Stato. La nuova formulazione stabilisce che le pubbliche amministrazioni sono “tenute” a collaborare con i servizi segreti, contrariamente alla precedente norma che prevedeva una collaborazione su base volontaria.

  • Dis – Dipartimento delle informazioni per la sicurezza
  • Aise – Agenzia informazioni e sicurezza esterna
  • Aisi – Agenzia informazioni e sicurezza interna

Deroghe alle normative sulla riservatezza

Un aspetto allarmante del ddl è rappresentato dalla possibilità per le convenzioni stipulate tra i servizi segreti e le istituzioni pubbliche di ignorare le leggi esistenti sulla riservatezza. Ciò implica che la Rai potrebbe essere costretta a rivelare le fonti dei propri giornalisti senza alcuna protezione legale.

  • Legge sul segreto professionale (1963)
  • Legge sulla privacy (1996)

Reazioni al ddl sicurezza

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) ha espresso forte preoccupazione riguardo agli effetti del ddl sulla libertà di stampa. Il presidente Vittorio Di Trapani ha commentato che questa norma potrebbe annullare la tutela delle fonti, affermando: “Mina la democrazia”. La questione centrale resta se il governo possa effettivamente richiedere tali informazioni senza rispettare gli attuali standard normativi.

  • Vittorio Di Trapani – Presidente Fnsi
  • Numerosi organismi internazionali critici nei confronti del ddl Sicurezza
  • Sindacati dei giornalisti italiani in protesta contro il provvedimento