I pesci riconoscono e ricordano gli esseri umani: scoperti sorprendenti segreti sulla loro memoria

La recente ricerca condotta da un team di scienziati ha rivelato sorprendenti capacità cognitive nei pesci, animali spesso sottovalutati in termini di intelligenza. I risultati ottenuti potrebbero cambiare radicalmente la percezione che si ha di queste creature marine, dimostrando che i pesci possono non solo riconoscere gli esseri umani, ma anche ricordare chi offre loro cibo.
i pesci e la loro sorprendente memoria
I ricercatori del Max Planck Institute of Animal Behavior (MPI-AB) hanno effettuato uno studio innovativo nel Mar Mediterraneo. L’esperimento è iniziato con una fase di addestramento in cui una delle ricercatrici, Katinka Soller, indossava una maglietta rossa per attrarre l’attenzione dei pesci mentre distribuiva cibo lungo un percorso specifico. Gradualmente, ha eliminato gli elementi distintivi, fino a presentarsi con una semplice attrezzatura subacquea.
- Oblada melanurus (occhiata)
- Spondyliosoma cantharus (tanuta o cantaro)
Dopo dodici giorni di addestramento, molti pesci erano in grado di riconoscerla anche senza segnali visivi evidenti.
il riconoscimento tra subacquei
L’aspetto più interessante dell’esperimento è stato verificare se i pesci potessero distinguere Soller da un altro subacqueo, Maëlan Tomasek, che indossava un equipaggiamento diverso. Inizialmente confusi, i pesci hanno cominciato a seguire Soller quando hanno capito che solo lei offriva cibo. Quando entrambi indossavano attrezzature identiche, i pesci non riuscivano più a distinguerli, suggerendo che il riconoscimento avvenisse attraverso dettagli visivi come il colore delle pinne.
nuove prospettive sulle interazioni umane-pesce
I risultati dello studio aprono nuove prospettive sulle interazioni tra esseri umani e pesci. Finora, la capacità di riconoscere volti era stata osservata solo in cattività e limitata ai pesci arcieri. Questo lavoro rappresenta la prima prova della cognizione dei pesci nel loro habitat naturale.
L’evidenza che i pesci possano formare associazioni complesse con gli esseri umani implica che altre specie potrebbero avere abilità cognitive simili o persino superiori. Gli autori dello studio invitano a considerare questi animali come individui senzienti e a riconsiderarne il valore nella nostra percezione della vita marina.