Il Caso Paragon: Le Dichiarazioni del Capo dell’Aise su Spionaggio di Giornalisti e Attivisti al Copasir

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Durante un’audizione avvenuta dinanzi al Copasir, il direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), Giovanni Caravelli, ha fornito chiarimenti riguardo all’uso dello spyware, affermando che i servizi esteri non lo avrebbero impiegato per monitorare giornalisti o attivisti. Risulta infatti che il contratto tra Paragon e l’Aise sia ancora valido.

Dettagli sull’audizione di Giovanni Caravelli

Il direttore Caravelli, ascoltato per quasi due ore e mezza, ha affrontato il tema dello spionaggio illegale che ha colpito sette italiani, tra cui Francesco Cancellato, Luca Casarini e Beppe Caccia, attraverso l’impiego dello spyware prodotto da Paragon Solutions.

Uso dello spyware Graphite

Caravelli ha confermato che lo spyware Graphite è stato utilizzato più volte dall’Aise, ma ha negato un suo uso nella attività di spionaggio segnalata da Meta il 31 gennaio. In quella occasione, il direttore di Fanpage.it è stato avvisato di un’infezione da trojan sul suo dispositivo.

Posizione dell’Aise riguardo all’uso di spyware

Durante l’audizione, Caravelli ha sottolineato che, pur avendo utilizzato lo spyware, l’Aise ha rispettato le condizioni d’uso previste, dimostrato dalla documentazione presentata al Comitato. Il contratto con Paragon rimarrebbe attivo e non sarebbe coinvolto con quelli stracciati per violazione di etica.

Recentemente, Guardian e Hareetz avevano riportato che Paragon aveva deciso di rescindere il contratto con l’Italia a causa di comportamenti contrari alle condizioni d’uso, poiché il software è destinato esclusivamente a governi democratici e con restrizioni specifiche.

Acquisto dello spyware di Paragon

Secondo le informazioni reperite dai media, due enti governativi italiani sarebbero coinvolti nell’acquisto dello spyware: un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence. Questa notizia è emersa dopo che il governo italiano aveva negato responsabilità nello spionaggio.

Caravelli ha inoltre evidenziato che il software non è acquistato dallo Stato centrale, ma dalle singole amministrazioni, come agenzie di sicurezza o forze dell’ordine, le quali sarebbero responsabili delle proprie azioni.

Prossimi sviluppi e audizioni future

Restano ancora da chiarire le dinamiche dell’hackeraggio e se si tratti di un possibile regolamento di conti tra agenti, come ipotizzato da Matteo Salvini. Nei giorni a venire, il Copasir pianificherà ulteriori audizioni, inclusa quella con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, responsabile per i servizi segreti.

Ospiti citati

  • Giovanni Caravelli
  • Francesco Cancellato
  • Luca Casarini
  • Beppe Caccia
  • Matteo Salvini
  • Alfredo Mantovano