Meloni e Salvini: fiducia nella Lega sul Consiglio Ue, ma divergenze sul riarmo europeo

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Il dibattito sul riarmo europeo ha generato tensioni all’interno della maggioranza di governo, con la premier Giorgia Meloni che ha ricevuto l’appoggio dei suoi alleati in vista del Consiglio Ue. La Lega ha espresso un netto rifiuto nei confronti dell’idea di un esercito comune e del riarmo europeo.

Appoggio della maggioranza e divisioni interne

Durante le comunicazioni al Parlamento, Meloni è riuscita a ottenere il sostegno del centrodestra, nonostante le divergenze sul tema del riarmo. Per affrontare le divisioni, la premier ha escluso il termine “riarmo” dalle risoluzioni votate al Senato e alla Camera. Questo approccio è stato adottato per mantenere coesa la maggioranza.

Punti salienti delle comunicazioni di Meloni

Meloni ha manifestato dubbi riguardo al piano proposto da Ursula von der Leyen, definendolo “roboante”, senza però chiarire la posizione ufficiale dell’Italia. Tra i punti fermi espressi ci sono:

  • L’assenza di tagli ai fondi di coesione destinati al Sud.
  • Disponibilità a utilizzare 150 miliardi di prestiti attraverso lo strumento Safe.
  • Possibilità per gli Stati membri di superare i limiti di spesa per investimenti nella difesa.

La Lega: sostegno ma contrarietà al piano

Mentre Molinari della Lega ha confermato il supporto alle comunicazioni di Meloni, ha ribadito anche l’opposizione al piano ReArm Europe. Ha sottolineato come il Partito Democratico si sia diviso su questo tema durante una recente votazione al Parlamento europeo.

Contrasti tra i membri della maggioranza

I contrasti interni sono emersi ulteriormente quando Antonio Tajani di Forza Italia ha dichiarato che Meloni avesse pieno mandato per approvare il progetto von der Leyen. Al contrario, Salvini ha affermato che l’Italia non dovrebbe investire in armi ma piuttosto in servizi sociali e infrastrutture.

Posizioni divergenti sulla sicurezza europea

Nelle sue dichiarazioni recenti, Salvini ha evidenziato la necessità di concentrare gli investimenti su scuole e sanità piuttosto che su armamenti. Ha criticato chi associa l’aumento della spesa per la difesa a tagli ai servizi pubblici, definendo tale semplificazione come demagogia.

  • Giorgia Meloni – Premier italiana
  • Matteo Salvini – Vicepremier e segretario della Lega
  • Antonio Tajani – Vicepremier e segretario di Forza Italia
  • Molinari – Capogruppo della Lega alla Camera
  • Giancarlo Giorgetti – Ministro dell’Economia
  • Elly Schlein – Segretaria del Partito Democratico
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