Migranti e Giudici: Meloni Accusa l’Albania di Ignorare le Leggi del Parlamento

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Recentemente, la premier italiana ha espresso critiche nei confronti delle decisioni giudiziarie riguardanti i trattenimenti di migranti nei centri ubicati in Albania. In occasione di una conferenza focalizzata sulle politiche destinate a combattere l’immigrazione irregolare, Giorgia Meloni ha dichiarato che le motivazioni alla base delle sentenze sono “fragili”, suggerendo che non rispettano quanto stabilito dalla legislazione italiana.

Attacco alle decisioni giudiziarie

Nel suo intervento, Meloni ha ribadito l’intenzione del governo di proseguire con il protocollo stipulato tra Italia e Albania e di superare gli impedimenti riscontrati. Ha sottolineato la necessità di adottare “soluzioni pragmatiche” per contrastare l’immigrazione irregolare. La situazione attuale dei centri albanesi, a quasi un anno e mezzo dalla loro apertura, presenta delle difficoltà, con pochi migranti effettivamente trasferiti.

Situazione attuale dei centri in Albania

A oggi, i centri risultano pressoché vuoti e sono emerse notizie riguardo a possibili modifiche da parte del governo, che potrebbe tornare sui propri passi. Finora, le sentenze dei giudici hanno impedito il mantenimento di migranti in questi centri, limitando il trattenimento a coloro che ricevono la richiesta di asilo in procedura accelerata, che si applica solo ai migranti provenienti da Paesi considerati sicuri.

Discrepanze sulla sicurezza dei Paesi di provenienza

La valutazione dei giudici si basa sulle condizioni individuali dei migranti, affermando che molti stati di provenienza non soddisfano i criteri di sicurezza, contrariamente a quanto afferma il governo. Tali decisioni sono sostenute da normative europee che impongono una verifica caso per caso delle condizioni di sicurezza.

Richiesta di modifica delle normative europee

Meloni ha invocato un cambiamento nelle normative europee e ha anticipato l’entrata in vigore di un nuovo Patto su asilo e migrazione, previsto per il 2026, per chiarire la definizione di Paese terzo sicuro. Ha sostenuto che le sentenze in corso “appaiono disattendere quanto stabilito con legge dal Parlamento italiano”, rivendicando il diritto della politica di guidare la situazione, in opposizione al controllo giudiziario.

Riferimenti a norme europee

La premier ha criticato i giudici in merito alla supremazia delle normative europee su quelle italiane, considerandola fragile. Ha citato il caso della Germania, che riesce a rimpatriare migranti in paesi considerati non sicuri senza incorrere in problematiche legali secondo il loro ordinamento. Una futura sentenza della Corte di giustizia Ue, attesa a breve, dovrebbe contribuire a chiarire ulteriormente la questione, assicurando che le politiche di rimpatrio non siano compromesse.