Mistero risolto: l’antica incisione svela i segreti del tesoro vichingo trovato in Scozia

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Recentemente, l’analisi di un’iscrizione runica su uno dei bracciali appartenenti al tesoro di Galloway, rinvenuto in Scozia, ha svelato importanti dettagli riguardo alla sua origine. Il tesoro rappresenta la più significativa raccolta di oggetti in oro e argento dell’era vichinga mai scoperta nel Regno Unito.

Il tesoro di Galloway: scoperta e caratteristiche

Ritrovato nel 2014 grazie all’uso di un metal detector nei terreni agricoli di proprietà della Chiesa di Scozia, il tesoro di Galloway include un assortimento sorprendente di oltre 100 oggetti. Questi provengono da regni anglosassoni e da luoghi lontani, come l’Asia. Tra gli elementi presenti si possono trovare:

  • croci
  • spille
  • lingotti
  • perle di vetro
  • una pietra incastonata nell’oro
  • bracciali, di cui quattro con iscrizioni runiche

Decifrazione dell’iscrizione runica

Tra i bracciali rinvenuti, i tre più leggeri presentano iscrizioni brevi, facilmente interpretabili come simboli di ricchezza. Al contrario, l’iscrizione del bracciale più grande, identificata come DIS IS ƗIGNA ˑFˑ, ha presentato inizialmente difficoltà nel processo di decodificazione. I ricercatori del National Museums Scotland hanno notato che la runa finale, la F, era adornata da puntini.

Analisi e interpretazione del messaggio

Grazie a un’accurata osservazione al microscopio, è stato possibile scomporre l’iscrizione inizialmente interpretata in tre parole in quattro. L’analisi suggerisce che DIS IS potrebbe rappresentare “questo è”, mentre ƗIGNA si ricollegherebbe al termine antico “higna”, che denota comunità monastiche o altri gruppi religiosi. Questo porta a una possibile traduzione dell’iscrizione come “questa è la proprietà della comunità”.

Conclusioni sulla proprietà del tesoro

Anche se si ipotizzava in precedenza che il tesoro fosse di proprietà di individui, le nuove valutazioni indicano che potrebbe appartenere all’intera comunità. Dal 2017, il tesoro è conservato presso il National Museums Scotland, a sottolineare l’importanza collettiva di questa scoperta storico-archeologica.