Nidi degli uccelli ad Amsterdam realizzati con plastica vintage di oltre 30 anni

Il fenomeno della plastica nei nidi delle folaghe di Amsterdam offre uno spaccato significativo dell’impatto ambientale causato dalle attività umane. La ricerca condotta dal Naturalis Biodiversity Center ha rivelato come questi uccelli acquatici stiano adattando il loro comportamento alla crescente presenza di rifiuti plastici nel loro habitat, trasformando materiali inquinanti in risorse per la costruzione dei loro nidi.
Un nido tra i rifiuti plastici
Le folaghe, tradizionalmente abituate a utilizzare elementi naturali come canne, foglie e fango, ora incorporano una vasta gamma di materiali sintetici. Un esempio emblematico è rappresentato da un nido galleggiante che, oltre ai consueti elementi vegetali, contiene anche oggetti come una mascherina chirurgica, un involucro di un dolce del 1994 e una scatola di polistirolo di un hamburger consumato negli anni ’90.
La ricerca sulle folaghe ad Amsterdam
Coordinata da Auke-Florian Hiemstra, la ricerca ha analizzato 15 nidi in tutta Amsterdam, evidenziando l’uso sempre maggiore della plastica. I risultati hanno mostrato che alcuni nidi sono composti da centinaia di pezzi di plastica stratificati nel tempo, creando una sorta di archivio della nostra cultura del consumo. Tra i reperti trovati vi sono:
- Incarta di plastica con pubblicità dei mondiali del 1994
- Scatola del McChicken risalente al 1996
- Mascherine usate durante la pandemia
Plastica: vantaggio o rischio?
L’integrazione della plastica nei nidi delle folaghe presenta aspetti sia positivi che negativi. Da un lato, l’utilizzo di materiali già presenti consente un notevole risparmio energetico nella costruzione dei nidi; dall’altro, comporta rischi significativi per i pulcini, che possono rimanere impigliati o ingerire pezzi pericolosi. Nonostante ciò, le folaghe sembrano essere tra le poche specie avicole ad adottare questa pratica in maniera sistematica.
L’Antropocene attraverso gli occhi degli uccelli
I risultati dello studio saranno esposti al Museon-Omniversum dell’Aia all’interno di una collezione dedicata all’Antropocene, evidenziando l’impatto delle attività umane sulla natura. I nidi delle folaghe raccontano storie stratificate dei nostri rifiuti e offrono una visione chiara del nostro rapporto con la plastica nel contesto naturale.
In conclusione, le scelte fatte dalle folaghe non derivano da preferenze estetiche ma dalla necessità dettata dall’ambiente urbano impoverito. Questi uccelli continuano a cercare modi innovativi per sopravvivere mentre il mondo circostante continua a cambiare rapidamente.