Orsa Nita: la sua nuova vita dopo la fuga dal circo in Lituania

Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ha recentemente annunciato la scomparsa di Nita, un’orsa proveniente dalla Lituania, dove era stata sfruttata in un circo. Nita è deceduta il 23 gennaio 2025 presso il centro visite del Parco a Pescasseroli, a causa di problemi legati all’età. Prima di rendere nota la notizia, l’ente parco ha atteso il referto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, che ha confermato le cause del decesso.

la storia di nita: dal circo alla libertà

Nita non apparteneva alla specie degli orsi bruni marsicani, ma è giunta in Abruzzo insieme ad altri due orsi, Greta e Brumo, il 29 giugno 2020. Attualmente, solo Brumo rimane del gruppo originale, poiché Greta è deceduta nel 2022. Nita viveva nel Centro Natura di Pescasseroli, un’area recintata dotata di spazi naturali per rifugiarsi. Sebbene gli ambienti fossero limitati rispetto al loro habitat naturale, risultavano decisamente migliori delle gabbie anguste in cui erano stati costretti a vivere sin dalla nascita.

È complesso ricostruire la vita passata di Nita e dei suoi compagni; si sa che questi animali hanno sempre vissuto in cattività e probabilmente venivano utilizzati per attività circensi. Secondo le informazioni fornite dal Parco, durante i momenti liberi dall’intrattenimento potevano essere rinchiusi in “gabbie molto strette ed anguste”. La loro storia rappresenta una narrazione di sofferenza e privazione.

  • Nita
  • Greta
  • Brumo

gli ultimi giorni di nita nel parco abruzzese

Nita ha trascorso i suoi ultimi giorni vivendo serenamente con i suoi compagni all’interno del Parco, in contrasto con molti altri orsi che continuano a nascere e vivere in cattività per fini circensi. Il referto clinico ricevuto dagli operatori del Parco ha evidenziato un quadro clinico compromesso a livello sistemico, aggravato dall’età avanzata dell’orsa. I medici hanno riscontrato pleurite siero-fibrinosa, ipertrofia ventricolare sinistra e insufficienza epatica grave.

Nella settimana precedente alla sua morte, gli operatori avevano notato segni di profonda apatia e ridotti movimenti. Queste osservazioni sono state chiarite successivamente grazie agli accertamenti effettuati.