Paragon e don mattia ferrari: interrogativi sulla sorveglianza della cei

Il recente caso di spionaggio ai danni di don Mattia Ferrari ha sollevato interrogativi significativi sulla trasparenza e sull’integrità delle istituzioni. La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha richiesto al governo di chiarire le circostanze che hanno portato alla sorveglianza del cappellano della Mediterranea Saving Humans, evidenziando l’importanza della questione per la democrazia stessa.
richiesta di chiarezza dalla Cei
Il vicepresidente della Cei, monsignor Francesco Savino, ha espresso preoccupazione riguardo all’uso di metodi invasivi nei confronti di figure come giornalisti e attivisti. Savino ha dichiarato: “Quando si utilizzano questi metodi nei confronti di persone che dedicano la loro vita a un servizio prezioso come quello dell’accoglienza e della tutela dei più vulnerabili, dobbiamo fermarci e porci alcune domande fondamentali: perché?”.
Le indagini in corso
Don Mattia Ferrari è stato identificato tra i soggetti spiati dallo spyware Graphite, sviluppato da Paragon Solutions. Oltre a lui, sono coinvolti altri sei italiani, tra cui:
- Francesco Cancellato, giornalista e direttore di Fanpage.it;
- Luca Casarini, capo missione e fondatore di Mediterranea Saving Humans;
- Beppe Caccia, armatore della Mediterranea.
le parole di don mattia ferrari
Nell’ambito del caso, don Mattia Ferrari ha dichiarato in un’intervista che non comprende il motivo del suo coinvolgimento nello spionaggio: “Il nostro operato è sempre stato orientato alla massima trasparenza”. Le indagini sono condotte da due procure in coordinamento: Palermo e Napoli.
Posizione delle autorità competenti
I Servizi segreti Aise e Aisi hanno confermato l’accesso allo strumento Paragon ma negano il suo uso per attività illegittime. Anche altre forze dell’ordine hanno smentito l’impiego dello spyware.
la posizione della Cei sul caso
Savino sottolinea che la vicenda tocca questioni cruciali per la democrazia italiana: “È necessario spiegare cosa sia accaduto e quali siano le motivazioni dietro questa sorveglianza”. La Cei chiede quindi una risposta chiara dal governo.
le reazioni politiche al caso paragon
Anche il senatore Enrico Borghi ha commentato la situazione, affermando che le domande poste dalla Cei coincidono con quelle sollevate da giorni nel contesto politico. Ha evidenziato l’importanza delle risposte per garantire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Domande rimaste senza risposta
- Qual è stata la motivazione dietro lo spionaggio?
- C’è un numero maggiore di persone coinvolte?
- Chi ha dato ordine per tali attività?