Proteste in Vermont contro Vance dopo attacco a Zelensky

Recentemente, il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, è stato al centro di una manifestazione di protesta in Vermont. L’evento ha avuto luogo mentre si trovava nella località sciistica di Sugarbush Resort per trascorrere del tempo con la famiglia. La situazione è stata amplificata dagli sviluppi recenti che hanno coinvolto un acceso confronto tra Vance e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
protesta contro jd vance in vermont
Durante la manifestazione, centinaia di persone si sono riunite per esprimere il loro dissenso nei confronti del vicepresidente. I partecipanti hanno esibito cartelli con messaggi provocatori come “Traditore, vai a sciare in Russia!”, evidenziando il malcontento verso le sue posizioni politiche.
contesto dell’incontro alla casa bianca
L’origine della protesta risiede in un incontro recente tra Vance e Zelensky nello Studio Ovale, dove il vicepresidente ha accusato il premier ucraino di non mostrare gratitudine nei confronti degli Stati Uniti. Questo scontro verbale ha suscitato tensioni significative tra Kiev e Washington.
la reazione dei manifestanti
La manifestazione era stata pianificata precedentemente, ma gli eventi dello Studio Ovale hanno intensificato la partecipazione. Molti dimostranti portavano cartelli a sostegno dell’Ucraina e altri esprimevano solidarietà per i diritti dei migranti. Un partecipante ha dichiarato: “JD Vance non ha amici nel Vermont”, sottolineando l’ostilità percepita nei suoi confronti.
atmosfera al sugarbush resort
Nell’area del resort, alcuni manifestanti si sono avvicinati pacificamente durante la giornata. Il portavoce della struttura ha confermato che non ci sono stati disordini significativi. Le proteste continuano a rappresentare un forte sentimento popolare contro le azioni del vicepresidente.
messaggi chiave dai cartelli
- “Traditore!”
- “JD credevamo che Elon fosse il presidente”
- “Il Vermont è a fianco dell’Ucraina”
- “Imbarazzo internazionale”
Le manifestazioni contro JD Vance si sono verificate anche in altre città americane come Los Angeles, New York e Boston, segnalando una crescente insoddisfazione pubblica riguardo alle politiche attuate dall’amministrazione Trump.