Protoclone: il video inquietante del primo essere umano sintetico ispirato a westworld

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Il settore dei robot umanoidi è in continua espansione, con numerose aziende che si impegnano nello sviluppo di macchine dalle forme simili a quelle umane. Tra queste, Tesla, Figure AI e Unitree Robotics stanno lavorando per creare assistenti pronti per il mercato. In questo contesto, l’azienda Clone si distingue per la sua visione innovativa.

Protoclone: il primo essere umano sintetico

Protoclone è descritto come “il primo essere umano sintetico”. Prodotto da Clonerobotics, questo androide presenta un design avanzato che include sistemi di organi artificiali per funzioni scheletriche e muscolari. Come dichiarato dall’azienda, l’obiettivo è quello di sviluppare robot bionici intelligenti capaci di svolgere compiti quotidiani, richiamando alla mente i robot della serie TV Westworld.

Caratteristiche tecniche di Protoclone

Nel video promozionale di 40 secondi, Protoclone mostra una serie di movimenti dinamici. L’androide possiede oltre 200 gradi di libertà, più di 1.000 miofibre e 200 sensori. Secondo l’azienda, questi tratti antropomorfi gli consentiranno di affrontare sfide quotidiane.

Piano futuro dell’azienda

Dhanush Radhakrishna, co-fondatore di Clone, ha affermato che Protoclone rappresenterà “l’epicentro per l’era degli androidi“. Nel 2025 sono previsti il rilascio di 279 androidi Alpha, destinati a diventare non solo strumenti ma anche simbolo di un futuro in cui “umani e robot coesistono armoniosamente“.

I rischi dei robot simili agli esseri umani

L’ingegneria dei robot humanoidi presenta sfide significative. Lukasz Kozlik, co-fondatore di Clone, ha messo in evidenza che l’obiettivo è realizzare robot indistinguibili dagli esseri umani. Ciò potrebbe generare disagio nei fruitori.

Il fenomeno dell’Uncanny Valley

Secondo la teoria dell’Uncanny Valley, formulata dal professor Masahiro Mori nel 1970, i robot troppo simili agli esseri umani possono suscitare reazioni negative se non viene percepita chiaramente la loro natura artificiale.

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  • Masahiro Mori
  • Ernst Jentsch

Sensazione del perturbante nella tecnologia moderna

Nell’ambito della psicologia del perturbante elaborata da Ernst Jentsch nel 1906 emerge un concetto chiave: la diffidenza verso ciò che non risulta familiare può generare ansia e inquietudine nei confronti dei robot identici agli esseri umani.