Quagga, la zebra estinta che ha affascinato il mondo

Il quagga, una particolare sottospecie di zebra, ha rappresentato un capitolo affascinante e tragico nella storia della fauna africana. Estintosi alla fine del XIX secolo, questo equide è emblematico della sesta estinzione di massa e del complesso rapporto tra l’uomo e gli animali. La sua scomparsa è attribuibile a fattori come la caccia indiscriminata e l’espansione dei coloni europei.
caratteristiche distintive del quagga
Il quagga (Equus quagga quagga) si differenziava dalle altre zebre per il suo manto unico: la parte anteriore presentava strisce marroni e bianche, mentre la parte posteriore era priva di strisce, con una colorazione uniforme che variava dal marrone-rossiccio al crema. La criniera era corta e dritta, mentre ventre e coda erano completamente bianchi.
Sebbene inizialmente considerato una specie distinta, studi genetici hanno rivelato che il quagga fosse in realtà una sottospecie della zebra di pianura (Equus quagga). Questo animale viveva probabilmente in mandrie composte da 30 a 50 individui, trascorrendo gran parte del tempo a brucare nelle praterie aride sudafricane.
Comportamento e adattamenti
I resoconti storici descrivono il quagga come meno aggressivo rispetto ad altre zebre, rendendolo un soggetto interessante per i naturalisti dell’epoca. Nonostante le difficoltà nel domesticarlo, alcuni esemplari vennero utilizzati come animali da tiro. Luigi XVI possedeva un maschio nel suo serraglio personale a Versailles.
estinzioni del quagga: cause e conseguenze
L’estinzione del quagga avvenne rapidamente; già all’inizio del XIX secolo la popolazione era in declino a causa della caccia indiscriminata per carne e pelle. Gli ultimi esemplari sopravvissero nello Stato Libero di Orange, ma furono sterminati entro pochi anni. L’ultimo individuo osservato in natura fu abbattuto nel 1878.
L’ultimo esemplare conosciuto
L’ultimo quagga in cattività morì allo zoo di Amsterdam il 12 agosto 1883, segnando così l’estinzione definitiva della specie. Sorprendentemente, nessuno si rese conto immediatamente della sua assenza.
- Luigi XVI: possedeva un maschio nel suo serraglio a Versailles.
- Nicolas Maréchal: dipinse il quagga nel 1793.
- Museo di Storia Naturale di Milano: conserva un esemplare impagliato.
- Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino: ospita un altro esemplare impagliato.
- Zoo di Londra: ultima femmina fotografata prima dell’estinzione.
- Zoo di Berlino: ospitò uno degli ultimi esemplari fino al 1875.
- Zoo di Amsterdam: ultimo luogo noto dove visse un quagga fino al 1883.
speranze future: il progetto “quagga”
Nell’ambito delle iniziative per preservare la memoria del quagga, è stato avviato il progetto chiamato “Quagga Project”, iniziato nel 1987 per ricreare una popolazione simile attraverso l’incrocio delle zebre di Burchell (Equus quagga burchellii). Attualmente sono stati ottenuti oltre cento esemplari con caratteristiche estetiche simili al quaggas originali; Non possono essere considerati veri rappresentanti della specie estinta.
L’unico modo attuale per osservare i resti del vero quagga, rimane visitare uno dei ventitré esemplari impagliati conservati nei musei internazionali o partecipare ai progetti che cercano di mantenere viva la memoria di questo straordinario animale estinto.