Reddito di libertà per donne vittime di violenza: requisiti e guida al pagamento di 500 euro al mese

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Il reddito di libertà rappresenta un importante aiuto economico destinato alle donne vittime di violenza e in difficoltà finanziaria. Recentemente, il contributo mensile è stato incrementato da 400 a 500 euro, grazie a un decreto firmato dal ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, insieme ai colleghi del Lavoro e dell’Economia. Questo provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale ed evidenzia l’allocazione di 30 milioni di euro dal “Fondo per il Reddito di libertà” fino al 2026.

Destinatari del reddito di libertà

Il sussidio è rivolto a donne, con o senza figli, che sono seguite da centri antiviolenza riconosciuti e servizi sociali. Le beneficiarie devono trovarsi in condizioni di disagio economico. Non sono richiesti requisiti ISEE e anche chi non ha figli può presentare domanda.

Dettagli sul supporto economico

Il programma offre un sostegno massimo di 500 euro mensili per un periodo di 12 mesi ed è compatibile con altri strumenti di assistenza come l’Assegno di inclusione. Inizialmente fissato a 400 euro, l’importo è stato aumentato, ma secondo D.i.Re., Donne in rete contro la violenza, i fondi disponibili continuano a essere insufficienti rispetto al bisogno reale delle donne.

Critiche e osservazioni sulle risorse allocate

D.i.Re. sottolinea che i fondi stanziati ammontano a 10 milioni all’anno per il triennio 2024-2026, permettendo così l’accesso al contributo solo a poco più di 1600 donne all’anno. Nel solo primo semestre del 2024, le associazioni della Rete D.i.Re hanno accolto oltre 21.842 donne. È evidente che esiste una disparità significativa tra le richieste e le risorse disponibili.

Dichiarazioni della presidente D.i.Re.

La presidente Antonella Veltri ha commentato il ritardo nell’attuazione dei fondi come fonte d’incertezza per le donne che cercano aiuto nella difficile fase d’uscita dalla violenza.

Procedura per fare domanda

La richiesta per ottenere il contributo deve essere presentata attraverso i Comuni, seguendo una procedura gestita dall’INPS. Le domande possono essere ripresentate dalle donne che avevano fatto richiesta lo scorso anno ma non erano riuscite ad accedere al sussidio a causa dell’esaurimento dei fondi. Il termine ultimo per presentare la domanda è fissato al 18 aprile 2025.

  • Eugenia Roccella – Ministra per le Pari opportunità
  • Antonella Veltri – Presidente D.i.Re.
  • D.i.Re., Donne in rete contro la violenza
  • Ministero della Famiglia
  • Agenzia INPS