Renzi accusa: Governo smentito su Paragon durante Sanremo, ecco la verità dietro il colpo di scena

la sospensione del contratto con paragon
Nella serata di ieri, è stata rilasciata la notizia che il governo italiano e Paragon hanno interrotto il contratto relativo allo spyware Graphite. Questo software è noto per essere utilizzato per intercettazioni, colpendo anche figure di spicco come il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato. Matteo Renzi ha descritto questa situazione come una “clamorosa smentita” da parte dell’esecutivo, evidenziando il tentativo di distogliere l’attenzione mediatica mentre si svolgeva il Festival di Sanremo.
reazioni e dichiarazioni politiche
Il governo è stato duramente criticato per aver tentato di minimizzare l’importanza della questione sul caso Paragon. La notizia della sospensione del contratto è stata diffusa in concomitanza con l’evento musicale, una mossa che, secondo Renzi, mirava a evitare che l’opinione pubblica si concentrasse su una questione di così rilevante gravità, che riguarda la privacy e la libertà dei cittadini.
il contesto della vicenda
Recentemente, Paragon, un’azienda israeliana acquisita da un fondo statunitense, è stata implicata in operazioni di spionaggio che hanno colpito giornalisti e attivisti in vari paesi europei, con sette casi documentati in Italia. Il Copasir e l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza si sono attivati per condurre verifiche sulla questione.
accuse al governo
Renzi ha contestato apertamente il governo, sottolineando che l’esecutivo aveva inizialmente affermato che non ci fossero state violazioni da parte dei servizi segreti italiani e che il contratto con Paragon rimanesse in vigore. La sospensione del contratto ha dimostrato una cambiamento di posizione, alimentando sospetti su una “torbida storia di intercettazioni abusive”.
la questione della privacy
Infine, Renzi ha messo in evidenza come la polizia penitenziaria non abbia smentito l’acquisto di tale software, mentre gli altri corpi delle forze dell’ordine, quali Polizia, Carabinieri e Finanza, l’hanno fatto. Questo solleva interrogativi sulla trasparenza del governo nella gestione delle pratiche di spionaggio e le implicazioni per i cittadini comuni, collegando le pratiche di sorveglianza alla fondamentale idea di democrazia liberale.