Riforma dei Medici di Famiglia: Situazione Attuale e Prospettive tra Sostenitori e Opponenti

Il recente incontro del governo Meloni ha avuto come tema principale la riforma dei medici di base, una questione che sta generando un ampio dibattito sia all’interno della maggioranza sia tra le Regioni. L’obiettivo della proposta è trasformare i medici di famiglia in dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e collocarli nelle nuove Case della comunità, ma il processo di negoziazione per un testo condiviso sembra ancora lontano.
Dettagli del vertice governativo
Nel vertice di ieri, non sono emerse soluzioni definitive per la riforma dei medici di famiglia, mirante a farli diventare dipendenti del Ssn. Presenti all’incontro erano la presidente del Consiglio, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e alcuni presidenti di Regione tra cui:
- Alberto Cirio (Piemonte)
- Francesco Rocca (Lazio)
- Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia)
Il ministro Schillaci ha dichiarato che non esiste una posizione unitaria sul tema e che il confronto è stato rimandato, evidenziando l’opposizione di diverse forze politiche e Regioni, in particolare di Forza Italia, che si oppone al trasferimento dei medici da autonomi a dipendenti.
Implicazioni della riforma per pazienti e medici
La riforma prevede l’assunzione di tutti i nuovi medici di base come dipendenti pubblici, mentre i medici attuali avrebbero l’opzione di mantenere lo status di convenzionati. Questo cambiamento mira a garantire la presenza di personale adeguato nelle nuove Case della comunità, destinate a diventare un’alternativa ai Pronto soccorso.
Con la riforma, le visite non si effettuerebbero più prevalentemente negli studi medici, ma nelle Case della comunità, dove i pazienti potrebbero essere visitati da medici disponibili in quel momento, snaturando il legame spesso privilegiato con il proprio medico di base.
Opposizione alla riforma
La riforma incontra l’opposizione dei principali sindacati e dell’ordine dei medici, che dichiarano preoccupazioni riguardanti:
- I costi associati al cambiamento
- La perdita del rapporto privilegiato tra medico e paziente
- Problemi legati alla gestione delle pensioni
All’interno della maggioranza, Forza Italia propone un’alternativa che mantiene i medici come autonomi con un diverso regime di orario di lavoro.
Chi sostiene la riforma
Il ministro della Salute Orazio Schillaci mostra un certo sostegno per la nuova impostazione, ma la spinta principale proviene da Fratelli d’Italia e dalla Lega, sostenuti dai presidenti di Regione come:
- Francesco Rocca (Lazio)
- Attilio Fontana (Lombardia)
- Luca Zaia (Veneto)
Attualmente, le posizioni nella maggioranza sembrano discordanti e una soluzione condivisa resta da definire, determinando se ci sarà un obbligo o una semplice possibilità per i medici di diventare dipendenti del Ssn.