Risti dell’18enne arrestato per istigazione al suicidio di andrea prospero

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La tragica vicenda legata alla morte di Andrea Prospero ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due giovani, uno accusato di istigazione al suicidio e l’altro di aver fornito i farmaci che hanno causato il decesso. Le implicazioni legali per questi individui sono significative e meritano un’analisi approfondita.

dettagli sull’episodio e le indagini

Il 18enne arrestato per istigazione al suicidio ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio. Il giovane è coinvolto nella morte del 19enne trovato privo di vita in un monolocale a Perugia. L’autopsia ha confermato che la causa del decesso è da attribuirsi all’assunzione di farmaci. Le indagini condotte dalla Procura hanno rivelato dettagli inquietanti.

intercettazioni su Telegram

Le forze dell’ordine hanno intercettato una chat su Telegram, dove il 18enne avrebbe esortato la vittima a compiere il gesto estremo, utilizzando frasi come: “Mangia tutte e 7 le pasticche e basta“. La vittima, in difficoltà emotiva, aveva chiesto maggiore incoraggiamento, ricevendo risposte sempre più crude.

  • Andrea Prospero (vittima)
  • Giovane accusato di istigazione al suicidio
  • Giovane venditore dei farmaci

Nell’ambito delle indagini emerge anche un secondo giovane iscritto nel registro degli indagati, colpevole della vendita illegale dei farmaci alla vittima.

le conseguenze legali per gli indagati

reato di istigazione al suicidio

L’istigazione o aiuto al suicidio rappresenta un reato peculiare, poiché punisce comportamenti che influenzano una decisione personale considerata lecita dall’ordinamento giuridico. Questo reato si configura quando si determina o si rafforza il desiderio suicida in un’altra persona.

sanzioni previste per gli indagati

L’articolo 580 del codice penale prevede pene da cinque a dodici anni per chi istiga al suicidio. La pena effettiva sarà stabilita dal giudice tenendo conto delle circostanze specifiche del caso. L’atteggiamento mostrato dall’accusato potrebbe influenzare negativamente sulla sua posizione legale.

vendita dei farmaci e responsabilità

Anche il giovane che ha venduto i farmaci rischia una severa condanna. Sarà fondamentale verificare se fosse consapevole delle intenzioni suicide della vittima e se abbia agito volontariamente per facilitarne l’atto.

ruolo dei social media nella vicenda

Sebbene non ci siano aggravanti specifiche relative all’utilizzo dei social media nel commettere questo reato, vi è stata discussione parlamentare riguardo a possibili misure più severe in futuro.

attenuanti dovute all’età dell’arrestato

Sebbene la giovane età dell’indagato non costituisca un’attenuante formale, è probabile che venga considerata dal giudice durante la fase di commisurazione della pena.

  • Pena da cinque a dodici anni per istigazione al suicidio
  • Sanzioni severe anche per chi vende farmaci in contesti simili
  • Possibilità future di aggravanti legate ai social media
  • Nessuna attenuante ufficiale per la giovane età ma considerazione possibile in sede processuale