Sanremo 2025: Come la Musica e i Cani Sostengono i Pazienti con Alzheimer e Depressione

La prima serata del Festival di Sanremo ha portato alla luce due canzoni che hanno suscitato vivaci discussioni, in quanto trattano tematiche di grande rilevanza sociale, ovvero la depressione e l’Alzheimer. Fedez, con il brano “Battito“, mette in evidenza la lotta contro la depressione, definita dall’OMS come il “male del secolo”, mentre Simone Cristicchi con “Quando sarai piccola” affronta il dramma di un figlio alle prese con la malattia neurodegenerativa della madre.
Per entrambe le malattie, i cani, considerati spesso il miglior amico dell’uomo, possono svolgere un ruolo importante nel supporto emotivo. La loro capacità di percepire le emozioni umane potrebbe rivelarsi utile anche nella gestione della depressione e nella diagnosi dell’Alzheimer. La ricerca scientifica ha evidenziato come l’educazione e l’interazione con i cani possano stimolare abilità cognitive innate che si pongono al servizio dell’essere umano.
È fondamentale notare che, se non opportunamente guidati, i cani possono subire della pressione nel corso di queste attività. Proprio per questo, la pet therapy ha assunto la denominazione di “Interventi Assistiti con Animali“, con lo scopo di regolamentare l’impiego degli animali in contesti terapeutici, tutelando così il loro benessere.
Il ruolo dei cani nella depressione
Esiste un ampio dibattito in ambito scientifico riguardante l’efficacia dei cani come supporto attivo nel trattamento della depressione. Alcuni studi indicano che la presenza di un cane può favorire il benessere psicologico. In particolare, un’indagine condotta durante la pandemia ha rivelato che convivere con un cane ha fornito un senso di supporto sociale, contribuendo a mitigare gli effetti negativi della situazione.
Ad esempio, uno studio del 2021 ha confermato che avere un cane in casa durante il lockdown ha potuto rafforzare la rete di sostegno sociale delle persone in difficoltà. La presenza di un animale domestico non rappresenta una soluzione universale alla depressione. Un altro studio del 2020 ha dimostrato come, tra gli anziani, chi presenta elevati livelli di ansia depressiva abbia una maggiore probabilità di possedere un cane, smentendo il luogo comune che i cani possano sempre costituire un miglioramento del benessere.
La ricerca continua a mostrare risultati contrastanti, ma uno studio pubblicato nel 2022 ha evidenziato una conclusione importante: è la qualità della relazione tra cane e proprietario a fare la differenza. Infatti, l’interazione positiva può contribuire al miglioramento del benessere mentale, mentre situazioni di stress legate all’animale possono avere l’effetto opposto.
Il supporto dei cani per le persone con Alzheimer
Una ricerca italiana condotta dal professor Fausto Quintavalla ha analizzato l’impatto dell’interazione con cani da supporto su pazienti affetti da Alzheimer. Lo studio ha evidenziato che coloro che interagivano con i cani mostravano un miglioramento significativo nel loro stato di benessere, sia cognitivo che mnemonico.
Oltre a questo aspetto, vi è una crescente attenzione nei confronti delle capacità olfattive dei cani, utilizzabili anche per rilevare malattie. Ricercatori hanno esplorato l’idea che i cani possano percepire segnali chimici legati all’Alzheimer, sebbene ad oggi non vi sia alcuna prova scientifica concreta a sostegno dell’uso del fiuto dei cani per la diagnosi di questa malattia.