Scopri la truffa dietro i QR Code prima di inquadrarli

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Le truffe legate all’utilizzo dei QR Code, note come Quishing, rappresentano una crescente minaccia nel panorama digitale. Questa pratica illecita combina l’uso dei QR Code con tecniche di phishing, ingannando gli utenti a cliccare su codici che sembrano rimandare a servizi legittimi, ma in realtà conducono a piattaforme progettate per sottrarre dati sensibili o denaro.

Caratteristiche e diffusione dei QR Code

I QR Code si sono affermati per la loro facilità di creazione, distribuzione e lettura. Sono diventati un elemento comune nei ristoranti al posto dei tradizionali menu cartacei e vengono utilizzati anche alla cassa per semplificare i pagamenti elettronici. Inoltre, possono facilitare il download di applicazioni o l’accesso ai WiFi pubblici. La loro crescente diffusione ha portato anche a un aumento delle truffe associate ai QR Code.

Esempi recenti di truffe con QR Code

Nell’ultima settimana sono emerse due truffe tramite QR Code. La prima è stata segnalata su una bacheca universitaria, dove un foglio con un QR Code prometteva informazioni su presunti tradimenti. Scansionando il codice, gli utenti venivano reindirizzati al sito web di un fotografo specializzato in cerimonie di laurea.

Un’altra variante più leggera è stata documentata a Napoli nel dicembre 2024, dove sui bus era presente un volantino con la scritta “Rita lo so che mi tradisci…”, ma il link conduceva a un negozio di scarpe.

Il caso di Quishing a Verona

A Verona, è stato recentemente scoperto uno schema fraudolento associato ai parcometri della città. Alcuni adesivi contenenti un QR Code sono stati attaccati alle colonnine dei parcometri con la dicitura “Si paga qui”. Scansionando il codice non era possibile effettuare alcun pagamento; infatti, esso rimandava a un sistema non riconosciuto da AMT3, l’ente responsabile della gestione dei pagamenti nei parcometri. AMT3 ha chiarito che accetta pagamenti solo tramite monete o app ufficiali.

“Dopo aver sporto denuncia contro ignoti la preoccupazione principale è stata quella di attivarci per togliere gli adesivi farlocchi e informare tempestivamente i nostri utenti del pericolo,” ha dichiarato Mario Pollicelli, direttore di AMT3.

Personalità coinvolte nelle truffe recenti

  • Mario Pollicelli – Direttore AMT3
  • Fotografi vari – Servizi cerimoniali menzionati nella truffa universitaria
  • Negozianti locali – Riferiti nel caso napoletano delle scarpe