Sentenza rigopiano: le ragioni della cassazione per prevenire il disastro

La recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito le responsabilità legate alla tragedia dell’Hotel Rigopiano, avvenuta in Abruzzo. Le motivazioni depositate hanno confermato la condanna a un anno e otto mesi per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, sottolineando la necessità di una maggiore attenzione alla prevenzione dei rischi legati alle valanghe.

responsabilità della corte di cassazione

La Corte ha stabilito che la valanga che ha colpito l’hotel era prevedibile e che era doveroso adottare misure preventive. Il 3 dicembre scorso è stato disposto un nuovo appello per dieci imputati, tra cui sei dirigenti della protezione civile abruzzese. La condanna a carico di Provolo è stata confermata.

importanza della prevenzione

I giudici hanno evidenziato come la prevenzione debba essere considerata “regina” per garantire l’incolumità sia individuale che collettiva. L’identificazione del sito come valanghivo avrebbe dovuto avvenire prima del disastro, permettendo l’imposizione di restrizioni all’accesso o all’uso delle strutture presenti.

ritardi nella redazione della carta di prevenzione

È emerso che la Regione Abruzzo non aveva completato la Carta di prevenzione valanghe, documento necessario da redigere almeno quattro anni prima del tragico evento. La preparazione della Carta è iniziata solo dopo il disastro e si è conclusa nel 2021, ben 25 anni dopo il termine previsto.

condanne e nuovi processi

I giudici hanno anche osservato che se la strada verso l’hotel fosse stata liberata dalla neve il 18 gennaio, quando gli ospiti tentarono invano di lasciare la struttura, molte morti e lesioni sarebbero state evitate. È stato inoltre sottolineato che i mezzi spazzaneve dovevano essere monitorati costantemente per garantire sicurezza e viabilità.

  • Francesco Provolo, ex prefetto di Pescara – condannato a 1 anno e 8 mesi
  • Ilario Lacchetta, ex sindaco di Farindola – in attesa di nuovo processo
  • Bruno Di Tommaso, ex gestore dell’hotel – condanna confermata
  • Sessanta dirigenti della Regione Abruzzo – appello bis disposto