Traumi infantili e resilienza: come affrontarli per superare l’ansia da adulti

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La relazione tra i traumi infantili e lo sviluppo di disturbi psichici è un tema complesso, che ha recentemente attirato l’attenzione della comunità scientifica. Un’indagine condotta dall’Università di Yale ha rivelato come, a seconda delle circostanze e del supporto ricevuto, non tutti gli individui che hanno subito traumi durante l’infanzia sviluppano problematiche psicologiche in età adulta.

la resilienza dopo i traumi infantili

Tradizionalmente, si pensava che le persone che avevano vissuto esperienze traumatiche nell’infanzia avessero una probabilità significativamente maggiore di sviluppare disturbi d’ansia. La ricerca dimostra che esistono diverse reazioni ai traumi. Lo studio ha coinvolto 120 adulti di età compresa tra 18 e 30 anni, sottoposti a risonanza magnetica MRI e ad un test di autovalutazione dei traumi per analizzare le loro esperienze infantili. Durante il test, sono stati presentati stimoli visivi e sonori associati a situazioni di minaccia o sicurezza, per osservare come i partecipanti reagivano.

risultati della ricerca

I risultati hanno evidenziato che alcuni partecipanti, nonostante avessero subito traumi nell’infanzia, avevano sviluppato una notevole resilienza nei confronti dei problemi di salute mentale. Questi individui mostravano una risposta cerebrale differente rispetto a chi soffriva di ansia, attivando aree specifiche del cervello in risposta agli stimoli proposti.

le risposte agli stimoli nei soggetti traumatizzati

I ricercatori hanno classificato i partecipanti in tre gruppi distinti in base alle loro reazioni:

  • Gruppo 1: Soggetti con pochi traumi mostrano alta attivazione alla minaccia e bassa alla sicurezza.
  • Gruppo 2: Soggetti con traumi considerati bassi o moderati presentano minore attivazione alla minaccia e maggiore agli stimoli di sicurezza.
  • Gruppo 3: Soggetti con gravi traumi mostrano bassa attivazione sia alla minaccia che alla sicurezza.

L’autrice principale dello studio, Lucinda Sisk, ha sottolineato che coloro che avevano affrontato traumi moderati durante l’infanzia erano quelli meno ansiosi. Queste scoperte possono aiutare a identificare gli individui più vulnerabili ai disturbi d’ansia e quelli capaci di affrontarli efficacemente.

l’importanza dell’età nel trattamento dei traumi

Sisk ha affermato che l’impatto dei traumi varia notevolmente in base all’età in cui si verificano: “Un trauma vissuto a cinque anni è molto diverso da uno subito a quindici”, poiché il cervello si trova in fasi diverse dello sviluppo. La ricerca offre spunti preziosi su quali siano i periodi più critici per la plasticità cerebrale e sull’importanza dell’intervento tempestivo nella gestione delle esperienze traumatiche infantili.