Violenza nel cpr di trapani-milo: il grido dei migranti senza protezione dello Stato

episodio di violenza al cpr di trapani
Un grave episodio di violenza ha avuto luogo nella notte tra martedì e mercoledì presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Trapani-Milo. Testimonianze raccolte da migranti recluse nel centro evidenziano una situazione allarmante, caratterizzata da un intervento inadeguato delle forze dell’ordine.
descrizione della rissa
Secondo le informazioni disponibili, la rissa sarebbe scoppiata tra gruppi di migranti tunisini e marocchini. Durante l’alterco, sono stati danneggiati beni del centro e si sono verificati attacchi fisici nei confronti di alcune persone, specialmente quelle nere. Un giovane sarebbe stato colpito a tal punto da perdere conoscenza. Le forze di polizia, presenti sul posto, non avrebbero intervenuto fino a quando non è stato necessario chiamare un’ambulanza.
testimonianze dei migranti
I racconti dei migranti parlano di paura e impotenza: “La polizia sta ferma al cancello a guardare”, ha dichiarato uno dei reclusi. Molti esprimono il desiderio di essere trasferiti in prigione piuttosto che rimanere nel Cpr, descrivendo la struttura come un luogo peggiore rispetto alla detenzione carceraria.
- B.
- J.
- C.
situatione critica al cpr
L’organizzazione Maldusa Project ha denunciato le condizioni disumane all’interno del Cpr. Secondo quanto riportato, gli ospiti vivono in uno stato di sovraffollamento estremo e mancanza di igiene. Le autorità competenti sembrano ignorare le richieste d’aiuto degli internati, contribuendo a creare un clima di frustrazione e rabbia che sfocia spesso in violenza.
condizioni disumane
I migranti affermano che le condizioni all’interno del Cpr sono simili a quelle delle prigioni libiche. Riferiscono ritardi nell’arrivo dei pasti e scarsa pulizia degli spazi comuni. Queste testimonianze pongono interrogativi sulla sicurezza e sui diritti fondamentali garantiti agli individui reclusi.
- 160 migranti presenti durante una visita del Partito Democratico
- Dichiarazioni sulla somiglianza con le prigioni libiche
- Mancanza di comunicazione con l’esterno
richiesta urgente per la chiusura del cpr
Maldusa Project richiede la chiusura immediata del Cpr, sottolineando che i diritti alla vita e alla sicurezza personale non vengono rispettati. La situazione attuale rappresenta una grave violazione dei principi democratici che dovrebbero essere garantiti a tutti gli individui nel territorio italiano.
isolamento dai diritti fondamentali
I racconti dei migranti indicano anche difficoltà nell’accesso alle comunicazioni con l’esterno. Solo un cellulare ogni trenta persone è consentito, ma deve essere privato della fotocamera per evitare abusi nella documentazione delle condizioni interne al centro.
- Aumento della marginalizzazione degli ospiti
- Difficoltà nell’accesso ai diritti umani fondamentali
- Casi documentati di suicidi precedenti nei centri italiani
conclusione drammatica dalla detenzione
L’ultima testimonianza proveniente dal Cpr esprime una profonda preoccupazione per la propria vita: “Qui lo Stato non ci protegge”. Questa affermazione mette in luce una realtà inquietante per i migranti costretti a vivere in tali circostanze precarie e insicure.